Maria! Talvolta la vita è tanto dura! Sembra che non esista più alcuna via d'uscita. Non si fora un muro con la testa2. La situazione è triste, dura, terribile talvolta, e disperata. Ma perché? Ma è proprio così terribile vivere in questo mondo? Forse che Dio non sa tutto? Forse che Egli non è onnipotente? Forse che non sono nelle Sue mani tutte le leggi della natura e perfino tutti i cuori degli uomini? Può forse capitare qualcosa nell'universo senza che Egli lo permetta?... E se è Lui che lo permette, può forse permettere qualcosa che non sia in vista del nostro bene, di un maggior bene, del più grande bene possibile?... Anche nel caso che per un breve istante noi ricevessimo un'intelligenza infinita e riuscissimo a comprendere tutte le cause e gli effetti, non sceglieremmo per noi stessi nulla di diverso da quello che Dio permette, poiché, essendo infinitamente sapiente, Egli conosce perfettamente quel che è meglio per la nostra anima; inoltre, essendo infinitamente buono, vuole e permette solo ciò che ci serve per la maggior felicità nostra in paradiso. Perché, allora, talvolta siamo tanto abbattuti? Perché non vediamo il rapporto che esiste tra la nostra felicità e queste circostanze che ci affliggono, anzi, a causa della limitatezza della nostra testa (essa entra solo... in un berretto o in un cappello), non siamo capaci di conoscere tutto. Che dobbiamo fare, dunque? Confidare in Dio. Mediante tale confidenza, pur senza comprendere direttamente le cose, noi diamo addirittura a Dio una grande gloria, poiché riconosciamo la Sua sapienza, la Sua bontà e la Sua potenza. Confidiamo in Dio, dunque, ma confidiamo senza limiti. Abbiamo fiducia che, se ci preoccuperemo solo di compiere la Sua Volontà, non ci potrà capitare alcun vero male, anche se dovessimo vivere in tempi mille volte più difficili di quelli attuali. Allora, non ci si deve preoccupare di prevenire, di allontanare le difficoltà? Certo, si può e si deve farlo; per quanto dipende da noi, bisogna fare tutto ciò che è possibile per eliminare le difficoltà sul cammino della nostra vita, ma senza inquietudine, senza angoscia e, più ancora, senza disperata incertezza. Questi stati d'animo, infatti, non solo non aiutano a sciogliere le difficoltà, ma ci rendono incapaci di una saggia, prudente e rapida operosità. In ogni cosa, poi, non dimentichiamo di ripetere con Gesù nell'orto degli ulivi: “Sia fatta non la mia, ma la Tua Volontà” [Lc 22, 42]. E se, come avvenne nell'orto degli ulivi, Dio riterrà opportuno non mandare ad effetto la nostra richiesta e inviarci un calice da bere fino all'ultima goccia, non dimentichiamo che Gesù non solo ha sofferto, ma poi è altresì risorto gloriosamente; e che noi tendiamo verso la risurrezione anche attraverso la sofferenza. Anzi, noi ci attacchiamo troppo a questa misera terra: che avverrebbe se di tanto in tanto non ci dovesse pungere qualche spina? Se così fosse, ci verrebbe, forse, la voglia di costruire un nostro paradiso su questa terra di polvere e di fango. Confidiamo, dunque, confidiamo illimitatamente in Dio attraverso l'Immacolata, e cerchiamo, secondo le possibilità della nostra mente e delle nostre forze, di rimediare, ma con serenità, riponendo la fiducia nell'Immacolata e mettendo sempre la volontà di Dio al di sopra della nostra. Le croci, allora, diverranno per noi (come appunto è giusto che siano) dei gradini verso la felicità della risurrezione in paradiso. M.K.
Nota 1264.1 Data probabile.
Nota 1264.2 Traduzione letterale di un proverbio polacco, il cui significato è: non si possono fare cose impossibili.
Milizia Dell'Immacolata di Sicilia